Dopo il consistente dibattito e la grande partecipazione che ha accompagnato l'iter di formazione del progetto, ad opera finita, l'interesse si è affievolito mentre sarebbe opportuno tenere viva l'attenzione sui valori architettonici ed urbanistici della cosa pubblica sui quali il dibattito messo in moto non è mai entrato. Oltre le deboli contestazioni emerse all'inaugurazione, la ‘riqualificazione’ è passata. Si affacciano ora anche giudizi positivi e motivati come quelli del prof. Vasta che interpreta il pensiero del progettista e stimola la ripresa del dibattito sull'argomento.
Per un intervento che ha toccato il cuore della città, la sua memoria e la sua storia ritengo opportuno ed auspicabile che lontano da ipotetici pregiudizi, tifoserie e presunzioni professionali ci si fermasse realisticamente sulle cose fatte. Si completasse, cioè, un percorso di valutazioni e considerazioni, in continuità a quello progettuale, necessario a mettere un sigillo un po’ più collegiale ed oggettivo ad una riqualificazione tanto studiata quanto discussa e approdata poi ad una soluzione che non trova tutti d'accordo. La riqualificazione, per tanti potentini, si voleva rispettosa dell'impianto architettonico esistente come storicizzato e memoria della città; lo si voleva senza alterazioni e limitato ad interventi di miglioramento funzionale ed estetico necessari ad esaltarne qualità esistenti e fruizione. Tanto è chiaramente emerso in tutti i dibattiti pubblici e negli incontri politici. Tutti d'accordo quindi sulle novità tecnologiche e sui servizi istituiti. Non so invece se e quanto è condivisa, giustificata ed accettata la modifica realizzata con la sequenza delle sei grandi magnolie che finisce con alterare i fatti simbolici unificanti. Si nasconde un intero fronte della piazza e si riduce la visuale del prospetto del Palazzo della Prefettura che non è più centrale. Il gran numero di pali illuminanti poi, costituiscono un recinto di elementi delimitanti grevi e non a scala della piazza creando un nuovo spazio nello spazio storico che contraddice la originaria unitarietà percepita e storicizzata.L'illuminazione dà poi una lettura che modifica le caratteristiche architettoniche delle facciate esistenti, creando uno spostamento di significati dai valori dell'architettura a valori scenografici. Il sistema complessivo del progetto risponde a logiche di un design di restyling di moda che, se pure sviluppato in modo soft rispetto a precedenti proposte, modifica la memoria architettonica ed urbanistica consolidata e spinge ad un uso degli spazi per stupire, un richiamo per i giovani alla movida, ma non ristabilisce legami di continuità con la storia condivisa. Una espressione di un design soggettivo della percezione dello spazio urbanistico-architettonico che non tiene nel dovuto conto il carattere pubblico dell'intervento. A prescindere che possa o non piacere va capito se le modifiche operate costituiscono una riqualificazione o restituiscono l'idea di un'altra piazza profondamente diversa, architettonicamente, dall'impianto originario con il rischio che un pezzo di storia, una memoria collettiva venga cancellata. Oggi più che la Prefettura è centrale il Teatro e allora andrebbe anche pensato un nome sostitutivo a ‘Piazza Prefettura’. Provocatoriamente, se ad ognuno dei tanti elementi verticali illuminanti si associasse un pezzo di memoria dei personaggi storici della Città o della Regione il nuovo nome potrebbe essere ‘Piazza delle Rimembranze’.
Per un intervento che ha toccato il cuore della città, la sua memoria e la sua storia ritengo opportuno ed auspicabile che lontano da ipotetici pregiudizi, tifoserie e presunzioni professionali ci si fermasse realisticamente sulle cose fatte. Si completasse, cioè, un percorso di valutazioni e considerazioni, in continuità a quello progettuale, necessario a mettere un sigillo un po’ più collegiale ed oggettivo ad una riqualificazione tanto studiata quanto discussa e approdata poi ad una soluzione che non trova tutti d'accordo. La riqualificazione, per tanti potentini, si voleva rispettosa dell'impianto architettonico esistente come storicizzato e memoria della città; lo si voleva senza alterazioni e limitato ad interventi di miglioramento funzionale ed estetico necessari ad esaltarne qualità esistenti e fruizione. Tanto è chiaramente emerso in tutti i dibattiti pubblici e negli incontri politici. Tutti d'accordo quindi sulle novità tecnologiche e sui servizi istituiti. Non so invece se e quanto è condivisa, giustificata ed accettata la modifica realizzata con la sequenza delle sei grandi magnolie che finisce con alterare i fatti simbolici unificanti. Si nasconde un intero fronte della piazza e si riduce la visuale del prospetto del Palazzo della Prefettura che non è più centrale. Il gran numero di pali illuminanti poi, costituiscono un recinto di elementi delimitanti grevi e non a scala della piazza creando un nuovo spazio nello spazio storico che contraddice la originaria unitarietà percepita e storicizzata.L'illuminazione dà poi una lettura che modifica le caratteristiche architettoniche delle facciate esistenti, creando uno spostamento di significati dai valori dell'architettura a valori scenografici. Il sistema complessivo del progetto risponde a logiche di un design di restyling di moda che, se pure sviluppato in modo soft rispetto a precedenti proposte, modifica la memoria architettonica ed urbanistica consolidata e spinge ad un uso degli spazi per stupire, un richiamo per i giovani alla movida, ma non ristabilisce legami di continuità con la storia condivisa. Una espressione di un design soggettivo della percezione dello spazio urbanistico-architettonico che non tiene nel dovuto conto il carattere pubblico dell'intervento. A prescindere che possa o non piacere va capito se le modifiche operate costituiscono una riqualificazione o restituiscono l'idea di un'altra piazza profondamente diversa, architettonicamente, dall'impianto originario con il rischio che un pezzo di storia, una memoria collettiva venga cancellata. Oggi più che la Prefettura è centrale il Teatro e allora andrebbe anche pensato un nome sostitutivo a ‘Piazza Prefettura’. Provocatoriamente, se ad ognuno dei tanti elementi verticali illuminanti si associasse un pezzo di memoria dei personaggi storici della Città o della Regione il nuovo nome potrebbe essere ‘Piazza delle Rimembranze’.
Nicola Stefano LAGUARDIA
Responsabile cittadino dell’Italia dei Valori di Potenza
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